ARSPAT -  Associazione per il restauro del paesaggio e del territorio
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L’individuazione e la riparazione del danno ambientale, paesaggistico e territoriale è un’attività professionale che necessita di molteplici contributi disciplinari.
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Finalità

L'ARSPAT è un'associazione per il "Restauro dei Beni Ambientali, Paesaggistici e del Territorio", che si propone di rendere realtà tangibile la creazione di questo nuovo ambito del restauro.

Il paesaggio è stato sottovalutato nei tempi passati e in quelli recenti. Questo patrimonio è stato esposto, soprattutto nella seconda metà del secolo, a devastantiprocessi di degrado, mutilazione e distruzione. Potenti spinte omologatrici, connesse all’industrializzazione della base economico-produttiva, alla modernizzazione degli apparati infrastrutturali e, più recentemente, alla globalizzazione delle dinamiche economiche e sociali, hanno offuscato o cancellato specificità e differenze essenziali, alterato o reso irriconoscibili molti paesaggi originari, smantellato unitarietà e solidarietà lentamente costruitesi nel corso dei secoli. Tali spinte si sono incrociate con impulsi di crescita impetuosi, alternati a processi di più o meno rapido declino, che hanno diversificato i percorsi di sviluppo all’interno dei diversi quadri ambientali, producendo nuove differenze e ponendo le basi di nuovi “ambienti insediativi”, nei quali stentano a prendere forma nuove coerenti configurazioni paesistiche.
Nonostante che siano avvenuti questi scempi il restauro del paesaggio è rimasto sempre più dimenticato rispetto al restauro dei monumenti. Dal punto di vista storico-culturale è oggi unanimemente riconosciuto che le due entità (paesaggio e patrimonio storico-artistico) costituiscono un insieme inscindibile: lo studio, la comprensione, la stessa fenomenologia di un monumento o di un oggetto d’arte non sono separabili dalla conoscenza dei caratteri storici del territorio su cui sono insediati, e, simmetricamente, ogni territorio assume ben determinate valenze paesaggistiche e storico-culturali grazie alle stratificazioni edificate che vi si sono accumulate nel tempo.
Non si conservano e non si tutelano i monumenti, questo è l’assunto culturale di riconosciuta validità, rafforzato dalle esperienze successive e validato dalle leggi via via emanate, se non si protegge e valorizza contemporaneamente e contestualmente il territorio ed il paesaggio su cui i monumenti sono radicati e di cui sono espressioni storiche ed emergenze visibili.
I due termini di questo collaudato binomio, (beni culturali e paesaggio) elementi di una grandezza e di una particolarità specificamente italiana, non hanno però goduto, nel nostro Paese, di eguali attenzioni dal punto di vista dello studio e dell’approfondimento scientifico, delle indagini conoscitive loro dedicate, della analisi di metodologie e tecniche di salvaguardia e di recupero.
Il primato degli approfondimenti e degli studi nel campo del restauro monumentale si localizza stabilmente in terra italiana già dal finire dell’ottocento attraverso le elaborazioni di Camillo Boito e poi di Gustavo Giovannoni, per arrivare fino a Cesare Brandi. Tutto ciò non è stato applicato al paesaggio.
Sorprendentemente questo tema (con eccezione per recenti apporti e contributi) è stato storicamente privo, in Italia, di eminenti personalità intellettuali, di substrato culturale, di tradizioni di ricerca, di accumulazione delle conoscenze, di sperimentazione di metodi e processi di intervento.
Solo negli ultimi anni sono stati istituiti alcuni corsi universitari e si è cominciato a dare avvio agli studi ed alle ricerche nella materia, ma siamo ancora lontani dal conseguimento della ampiezza di risultati e dal raggiungimento dell’indispensabile standard di cognizioni teoriche ed operative che consentano un pieno orientamento ed una agevole gestione di tutte le problematiche connesse. Perfino nel comune sentire di una parte della opinione pubblica (anche colta) il termine paesaggio spesso non evoca altro che un romanticistico riferimento alla piacevolezza per lo più naturalistica di una veduta o di un panorama.

 
 
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