Archivio di Febbraio 2012

Rifiuti elettronici, Ecolight incrementa la raccolta dell’8 per cento

Continua a crescere il sistema RAEE. Nel corso del 2011 Ecolight, consorzio che si occupa della gestione dei rifiuti elettronici e che raccoglie oltre 1.500 aziende, ha incrementato la propria raccolta dell’8 per cento rispetto all’anno precedente, inviando agli impianti di recupero oltre 25mila tonnellate di RAEE. Complessivamente, il sistema in Italia ha raggiunto le 260mila tonnellate confermando il trend di crescita registrato dal 2008, anno di avvio della gestione dei rifiuti elettronici attraverso i consorzi dei produttori.

«Negli ultimi dodici mesi abbiamo raggiunto e superato le 25mila tonnellate di rifiuti elettronici raccolti operando su tre canali», spiega il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio. «Innanzitutto abbiamo operato sulle piazzole ecologiche comunali che ci sono state affidate attraverso il Centro di Coordinamento RAEE; in secondo luogo, ci siamo mossi direttamente sulla distribuzione: attraverso il circuito dell’Uno contro Uno, abbiamo offerto un servizio di raccolta e recupero dei rifiuti elettronici consegnati in negozio a quasi 3mila esercizi di vendita. Terzo e ultimo, abbiamo operato attraverso lo specifico servizio dei RAEE professionali, ovvero i rifiuti generati dalle aziende». Il consorzio si afferma sempre più come leader di R4, il raggruppamento RAEE che comprende i piccoli elettrodomestici come frullatori e rasoi elettrici, ma anche telefoni cellulari, hifi e lettori dvd. Ecolight ne ha raccolti complessivamente 16mila tonnellate, su un totale di 40mila tonnellate raccolte in Italia da tutti i sistemi collettivi.

«Il contribuito del nostro consorzio si è fatto sentire in termini ambientali con un notevole risparmio di energia nella produzione di nuove materie prime e nell’emissione di sostanze inquinanti», prosegue il direttore generale. L’azione di Ecolight ha portato ad un risparmio di circa 210mila Mw/h e ad una mancata emissione nell’aria di oltre 130mila tonnellate di anidride carbonica. «Abbiamo raggiunto livelli di recupero che superano il 90 per cento: i rifiuti elettronici danno vita a importanti materie prime seconde -come plastica, ferro e vetro- che vengono reimpiegate nei cicli produttivi», precisa Dezio.

In Italia la raccolta dei rifiuti elettronici ha superato i 4,3 kg per abitante; un dato ancora lontano dai livelli raggiunti nel nord Europa dove si superano abbondantemente i 10 kg pro capite. Del resto, si stima che in Italia la produzione di rifiuti elettronici sia stata l’anno scorso nell’ordine dei 15,7 Kg per abitante, per un totale di circa 960mila tonnellate distribuite sull’intero territorio nazionale. «Meno di un terzo dei RAEE prodotti viene gestito correttamente», osserva Walter Camarda, presidente di Ecolight. «La nuova direttiva europea stabilisce dei livelli di raccolta più alti che devono spingerci a migliorare i criteri e le modalità di raccolta dei RAEE. Ecolight si sta già muovendo: il consorzio è infatti partner attivo nel progetto europeo IDENTIS WEEE -Identification DEterminatioN Traceability Integrated System for WEEE- con altri due sistemi collettivi, uno spagnolo e uno rumeno, e capofila il Gruppo Hera. Attraverso lo studio di cassonetti intelligenti, il progetto si propone di tracciare l’intera vita di un rifiuto elettronico con l’obiettivo di raddoppiare l’attuale dato di raccolta».

Ecolight – Costituito nel 2004, è uno dei maggiori sistemi collettivi per la gestione dei Raee, delle Pile e degli Accumulatori. Il consorzio Ecolight, che raccoglie oltre 1.500 aziende, è il secondo a livello nazionale per quantità di immesso e il primo per numero di consorziati. È stato inoltre il primo sistema collettivo in Italia ad avere le certificazioni di qualità ISO 9001 e ISO 14001. È punto di riferimento per la grande distribuzione (Gdo) e tratta tutte le tipologie di Raee. www.ecolight.it.

Fonti:tecnologiaericerca.com


L’incertezza della ricostruzione in Abruzzo

Elaborato dagli ordini degli Ingegneri e dal Censu il documento sulle criticità della ricostruzione in Abruzzo. Risultati possibili solo attraverso la qualità edilizia.

(Rinnovabili.it) – L’incertezza sui tempi, la mancanza di finanziamenti certi, la scarsa sicurezza antisismica, i comportamenti non etici contenuti negli innumerevoli Piani di Ricostruzione che hanno più volte destato perplessità tra i professionisti, sono le principali problematiche che bloccano la rinascita dell’Abruzzo e dell’Aquila, dopo gli eventi drammatici del sisma del 2009.

Questo quanto affermato in un recente documento sottoscritto dal Censu (Centro nazionale studi urbanistici), dal Consiglio nazionale degli Ingegneri (Cni) e da tutti gli Ordini provinciali degli ingegneri, nonché dalla Federazione degli Ordini dell’Abruzzo, in cui vengono sottolineati tutti gli aspetti che ancora non sembrano essere stati risolti.

L’infinita burocrazia occupa un posto predominante nel documento, che riporta all’attenzione anche l’ingerenza delle Università nella fase di progettazione. I professionisti intervenuti nella redazione del documento, sottolineano la necessità imprescindibile di individuare un elenco delle priorità, distinguendo gli interventi destinati alla città de L’Aquila, in quanto capoluogo e città storica, rispetto ai centri rurali più piccoli, per arrivare al più presto a coinvolgere soprattutto i professionisti locali che costituiscono il naturale tramite tra la società civile e le strutture tecniche di coordinamento.

“Il piano di ricostruzione dovrà farsi carico, accompagnandolo dove possibile e in modo tempestivo, con direttive più che con norme, con accordi più che con vincoli, di un progetto edilizio complessivo che appare sempre più urgente e indifferibile, sul quale concentrare tutte le risorse”, si legge nel documento.

Per risolvere il problema dei tempi e dei finanziamenti, il documento suggerisce di definire prioritariamente l’entità del finanziamento pubblico, immobile per immobile, ed il possibile impegno del proprietario, sulla base di un progetto edilizio.

Ma l’aspetto più importante del documento è riservato al miglioramento della qualità edilizia, un passo fondamentale per una ricostruzione sicura, garantendo al 100% il rispetto della normativa antisismica indispensabile in un territorio a rischio. Un fattore che non dovrebbe essere mai trascurato, sia che si tratti di edifici ex novo, sia per il patrimonio esistente, per mettere in sicurezza tutto il territorio, estendendo la riqualificazione edilizia anche alle strutture non direttamente danneggiate dal sisma.

Infine l’etica della ricostruzione. La complessa macchina dell’edilizia che si metterà in moto deve essere equilibrata anche sul piano degli interessi contrapposti che si metteranno in gioco. Il ruolo del tecnico, pubblico e privato, quello della pubblica amministrazione e delle imprese devono garantire la trasparenza del processo. Il Cni ha proposto un Codice etico per la ricostruzione al fine di garantire un comportamento deontologico degli ingegneri, ma anche per prevenire situazioni non-etiche.

Fonti:Greenbuildings Rinnovabili.it


Clini: “Elimineremo le norme inutili che frenano il risanamento delle aree contaminate”

Obiettivo dichiarato del Ministro la semplificazione e l’inasprimento delle sanzioni per contrastare il traffico illegale di rifiuti

Semplificazione delle norme e sanzioni certe e severe per i reati ambientali. È questa la direttrice indicata dal Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, per combattere il traffico illegale dei rifiuti. Intervenendo stamani alla presentazione del rapporto di Legambiente ‘Rifiuti Spa’, Clini ha spiegato che “la complicazione delle norme deresponsabilizza le imprese e genera effetti collaterali, come l’ emergere dell’ illegalità”. A tal proposito ha portato ad esempio le operazioni di risanamento dei siti contaminati che vanno liberate da norme inutile come quella che stabilisce che se si movimenta della terra questa debba essere trattata come rifiuto speciale, e quindi trasferita in apposite discariche.

Nel mirino delle semplificazioni allo studio del governo rientra anche il sistema Sistri per la tracciabilità dei rifiuti: “Stiamo lavorando per cercare di superare le criticità del sistema – ha detto il Ministro – e per renderlo più semplice, perché non si possono trattare tutti i tipi di rifiuti allo stesso modo”. “Spero che nei prossimi mesi si possa concretizzare una difesa della legalità con normative più semplici – ha aggiunto Clini, e noi stiamo lavorando per questo”. L’obiettivo è anche quello di snellire i procedimenti per la decontaminazione di 57 siti di interesse nazionale, per i quali il Ministero dell’Ambiente ha stanziato 2,2 miliardi di euro in dieci anni.
Non meno determinante sarà l’impegno sul versante del contrasto all’illegalità. Su questo tema Clini intende distinguere i reati amministrativi che vanno riportati in un “giusto contesto”, come il caso dei siti industriali dismessi, e i reati che determinano danni all’ ambiente, che devono essere considerati a tutti gli effetti a livello “penale”.
Lo stesso ministro ha infine ricordato che la semplificazione e inasprimento delle sanzioni rientrano nell’ indicazione “della direttiva europea che, già da tempo, ha messo su un binario morto le discariche dando come due obiettivi principali, da una parte, la raccolta differenziata e il recupero di materie prime secondarie dai rifiuti e, dall’ altro, la valorizzazione dei rifiuti per il compost e come risorsa energetica”.

Fonti:Ministero dell’Ambiente


Restauro XIX Edizione 28-31 Marzo 2012 Ferrara Fiere

 

Ripartire dai beni culturali per migliorare la qualità della vita.

Il salone apre a molte iniziative che si rivolgono ad Architetti, Ingegneri, Geometri e sistemi di impresa

Re-Loaded Buildings: interfacce innovative per la mappatura del patrimonio edilizio inutilizzato.

E’ un convegno/evento sviluppato dalla Piattaforma costruzioni Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna, che prende in esame il “capitale morto” in quanto inutilizzato, sottoutilizzato o abbandonato.
Intento primario del progetto è quello di realizzare una piattaforma interattiva basata su tecnologie “mashup” di elaborazione dei dati su base regionale, con l’obiettivo finale di offrire alle imprese e ai soggetti istituzionali un monitoraggio costantemente aggiornato dello stato di disponibilità del patrimonio edilizio.
In programma giovedi 29 marzo

Tradizione costruttiva ed innovazione edilizia: l’impiego del legno negli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente per le aree del mediterraneo.

Un tema molto importante oggi, che punta ad ibridare i processi costruttivi ed a realizzare edifici energeticamente riqualificati.
Il convegno, realizzato dall’Università di Ferrara in collaborazione con l’Università di Firenze, si svolgerà mercoledi 28 marzo.

 

 

Tecnologie per i beni culturali

Saranno uno spazio mostra e un convegno organizzato dal Teknehub (con il contributo di enti di ricerca, istituzioni ed imprese), pensati per fare il punto, attraverso una collezione unica al mondo che mette insieme quasi vent’anni di innovazione tecnologia nel campo del rilievo 3D laser scanner e non solo, di come si è sviluppato il rapporto con il mondo dei beni culturali: si potranno rivedere le prime ricerche sul Colosseo, sul Foro di Pompei, su Piazza dei Miracoli ed ancora su Città del Messico, sulle opere di Leon Battista Alberti, fino alla presentazione del nuovo Michelangelo’s Box (un progetto di esportazione della sapienza italiana e di inclusività culturale che racconta le architetture di Michelangelo a Firenze nel complesso laurenziano, realizzate con tecnologie digitali in collaborazione con l’Università di Firenze).

L’ingresso al Salone è gratuito per gli iscritti
agli Ordini degli Architetti, Ingegneri e Geometri

WWW.SALONEDELRESTAURO.COM
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